Sivori - Maradona a confronto: argentini fuori dal comune
Al
BarSport
l'argomento del giorno sono due grandi argentini che hanno reso
''grande'' il nostro campionato e il calcio italiano in tutto il
mondo.
Omar Sivori e Diego Armando Maradona sono stati due fuoriclasse con molte analogie in comune, entrambi argentini, entrambi sinistri, statura sotto la media, ricchi di estro e carattere, entrambi fantasiosi e imprevedibili dentro e fuori dal campo.
Due leader, che hanno notevolmente contribuito a rendere il gioco del calcio ancora più bello ed entusiasmante.
''Cabezon'' Sivori è gran parte della storia della Juventus, ma anche il Napoli ed i napoletani lo ricorderanno sempre con vivo rimpianto ed ammirazione.
''El Pibe de Oro'' Maradona è considerato da molti il più grande calciatore di tutti i tempi e comunque uno dei migliori nella storia del calcio.
Due assi molto vicini nell'intendere il calcio là dove lo si debba identificare nella ricerca di spettacolo con più di vent'anni di differenza con un calcio che ovviamente ha subito delle trasformazioni tecniche e tattiche.
La presenza in campo di Sivori era sinonimo di appagamento spettacolare, si muoveva accanto ad altri grandi campioni juventini, quali Charles, Boniperti, Nicolè, Stacchini, Menichelli, Leoncini. In una squadra di primo piano, dove Sivori assumeva il ruolo del matador, del giocoliere un po' strafottente ma implacabile nei sedici metri finali.
Sivori era il solista della Juventus degli anni '60, Omar occupava la posizione centrale appena all'esterno dell'area che gli permetteva sia di partire in affondo con il suo famoso dribbling tutto mancino, sia di saltare il suo avversario con un triangolo stretto sia di sfruttare il suo fiuto di opportunista.
Maradona, giunge a Napoli il 5 luglio 1984, la società partenopea riesce a strappare l'asso argentino al Barcellona con 13 miliardi delle vecchie lire. Ad aspettarlo sessantamila persone che pagarono mille lire per vederlo e fu subito ''amore''. Negli otto anni a Napoli, Diego collezionerà 259 presenze e realizzando 115 gol.
Nell'anno 1986-87 arriva la consacrazione con il primo scudetto sotto il Vesuvio.
Il grande Diego ha un solo piede, ma è magico, il sinistro. Poteva infilare la porta da qualsiasi posizione. Le punizioni, erano cariche d'effetto, potenti e precise. Rispetto al connazionale, Dieguito si dimostra più propenso al gioco di squadra.
Anche se spesso e volentieri il Pibe si liberava in slalom e assoli che ancora oggi sono impresse nella mente di tutti gli appassionati del calcio.
Maradona prediligeva le discese sulla sinistra, spesso iniziava con una serie di dribbling ubriacanti. In posizione più arretrata, dieguito lanciava i suoi compagni con incredibile precisione.
Due miti a confronto fuori dal comune di due generazioni diverse ma dalla classe indiscutibile.
Omar Sivori e Diego Armando Maradona sono stati due fuoriclasse con molte analogie in comune, entrambi argentini, entrambi sinistri, statura sotto la media, ricchi di estro e carattere, entrambi fantasiosi e imprevedibili dentro e fuori dal campo.
Due leader, che hanno notevolmente contribuito a rendere il gioco del calcio ancora più bello ed entusiasmante.
''Cabezon'' Sivori è gran parte della storia della Juventus, ma anche il Napoli ed i napoletani lo ricorderanno sempre con vivo rimpianto ed ammirazione.
''El Pibe de Oro'' Maradona è considerato da molti il più grande calciatore di tutti i tempi e comunque uno dei migliori nella storia del calcio.
Due assi molto vicini nell'intendere il calcio là dove lo si debba identificare nella ricerca di spettacolo con più di vent'anni di differenza con un calcio che ovviamente ha subito delle trasformazioni tecniche e tattiche.
La presenza in campo di Sivori era sinonimo di appagamento spettacolare, si muoveva accanto ad altri grandi campioni juventini, quali Charles, Boniperti, Nicolè, Stacchini, Menichelli, Leoncini. In una squadra di primo piano, dove Sivori assumeva il ruolo del matador, del giocoliere un po' strafottente ma implacabile nei sedici metri finali.
Sivori era il solista della Juventus degli anni '60, Omar occupava la posizione centrale appena all'esterno dell'area che gli permetteva sia di partire in affondo con il suo famoso dribbling tutto mancino, sia di saltare il suo avversario con un triangolo stretto sia di sfruttare il suo fiuto di opportunista.
Maradona, giunge a Napoli il 5 luglio 1984, la società partenopea riesce a strappare l'asso argentino al Barcellona con 13 miliardi delle vecchie lire. Ad aspettarlo sessantamila persone che pagarono mille lire per vederlo e fu subito ''amore''. Negli otto anni a Napoli, Diego collezionerà 259 presenze e realizzando 115 gol.
Nell'anno 1986-87 arriva la consacrazione con il primo scudetto sotto il Vesuvio.
Il grande Diego ha un solo piede, ma è magico, il sinistro. Poteva infilare la porta da qualsiasi posizione. Le punizioni, erano cariche d'effetto, potenti e precise. Rispetto al connazionale, Dieguito si dimostra più propenso al gioco di squadra.
Anche se spesso e volentieri il Pibe si liberava in slalom e assoli che ancora oggi sono impresse nella mente di tutti gli appassionati del calcio.
Maradona prediligeva le discese sulla sinistra, spesso iniziava con una serie di dribbling ubriacanti. In posizione più arretrata, dieguito lanciava i suoi compagni con incredibile precisione.
Due miti a confronto fuori dal comune di due generazioni diverse ma dalla classe indiscutibile.