La notte dei pomodori la disfatta dell'Italia contro la Corea
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La notte dei pomodori la disfatta dell'Italia contro la Corea

Corea - Italia 1966Aeroporto Cristoforo Colombo di Genova, è la notte del 24 luglio 1966. Circa seicento tifosi inferociti armati di uova marce e pomodori stanno aspettando l'aereo degli azzurri in arrivo da Londra. Nessuno dello staff della nazionale riuscirà a cavarsela senza ricevere almeno un pomodoro dopo la clamorosa disfatta contro la modestissima Corea del Nord.

Pochi giorni prima, il 19 Luglio 1966, l'Italia viene battuta ed eliminata dai mondiali in Inghilterra dalla Corea del Nord con un gol realizzato dal calciatore-dentista, Pak Doo Ik.
La Federazione Calcio italiana, decide di mettere alla guida della nazionale il tecnico Edmondo Fabbri. Un discreto allenatore di origini emiliane con una scarsa esperienza in campo internazionale. Difatti, ''Mondino'' Fabbri, non ha mai giocato all'estero con un club. Il suo più grande orgoglio calcistico è stato quello di portare il Mantova dalla C alla A. Non male, ma comunque un po' poco per guidare la nazionale.I giornalisti dell'epoca, Gianni Brera su tutti, sottolineano le lacune dell'allenatore e, giustamente, lo crocifiggeranno quando comunicherà la lista della rosa che parteciperà al Mondiale.

In quegli anni il Bologna aveva un'ottima squadra con grandi campioni come Bulgarelli, Pascutti, Fogli... Ma c'era anche una certa grande Inter che tra le sue file giocavano Corso, Picchi, Mazzola e tanti altri campioni. Però il provincialismo di Fabbri ha il sopravvento sulla ragione, inoltre c'è l'aggravante che il tecnico di Castel Bolognese ha un debole per i rossoblu e un innato odio per la squadra del Mago Herrera. Quindi, invece di prendere l'intero blocco nerazzurro in nazionale, mescola le carte in tavola e farà esclusioni a dir poco sorprendenti.

Il caso più eclatante è la mancata convocazione del genio interista Mariolino Corso, il suo posto sarà occupato da Ezio Pascutti, che ha il solo merito di giocare nel Bologna. Stesso discorso vale per Picchi, il talento dell'Inter viene preferito a Janich, il libero del Bologna.
L'ambiente è infuocato, lo spogliatoio è diviso in due, inoltre Fabbri, decide di far giocare Mazzola come centravanti, ruolo mai occupato dal fuoriclasse azzurro. Ovviamente per dare più spazio a centrocampo al suo pupillo, del Bologna, Giacomo Bulgarelli.

La prima gara del mondiale inglese, agli azzurri, va bene, superano agilmente il Cile per 2 a 0. Ma ci pensa l'Unione Sovietica a ridimensionare gli azzurri con un bruciante 1 a 0. Ma è dopo questo risultato che Fabbri perde completamente il controllo della situazione. Mondino, perde Bulgarelli contro l'U.R.S.S. e la sua maggiore preoccupazione è se farlo giocare o meno contro la modesta Corea del Nord. La logica raccomanderebbe di risparmiare il fantasista, dopo tutto, la prossima sfida, sarà contro una squadra di dilettanti, praticamente il passaggio del turno è alla portata di mano. Ma Fabbri, decide di far giocare ugualmente Bulgarelli, peccato che dopo solo mezz'ora il ginocchio cede e Bulgarelli è out. In quegli anni, non erano previste le sostituzioni, quindi l'Italia è costretta a giocare per più di un tempo in dieci uomini. Motivo in più per lapidare di pomodori il commissario tecnico italiano.

Per ironia della sorte, al 41', Pak Doo Ik, trova il gol della vita, e con una rasoiata dal limite supera incredibilmente Albertosi.
Fabbri per circa tre mesi si rinchiuderà nel suo bunker di Castel Bolognese per paura di incontrare giornalisti e tifosi. E non confesserà mai che piuttosto di far giocare un calciatore dell'Inter avrebbe fatto giocare Bulgarelli anche con le stampelle!



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