Classe arbitrale .
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Classe arbitrale

Classe arbitraleL'arbitro con i suoi assistenti sono i giudici di una partita di calcio. Ricoprono uno ruolo importantissimo, a loro spetta l'arduo compito di far rispettare il regolamento.

Il ruolo, le funzioni e l'operato dell'arbitro e dei suoi collaboratori finisce spesso al centro di processi e dispute. C'è chi vorrebbe una classe arbitrale di professionisti coadiuvati dalla tecnologia, chi invece li preferisce così, ossia dilettanti e padroni della gara.

In realtà dietro la figura dell'arbitro ci sono anni di sacrifici, una lunga trafila che parte dai corsi riservati agli allievi, l'impatto con il campo da gioco che inizia dal settore giovanile al calcio dilettantistico, infine, i più bravi e fortunati, al professionismo.

Tutto questo è frutto di una lunga gavetta, duri allenamenti, aggiornamento tecnico continuo, raduni, riunioni tecniche e quiz regolamentari.

La selezione degli arbitri in Italia è a cura dell'Associazione Italiana Arbitri. L'obiettivo è quello di dare al calcio una classe arbitrale preparata e professionale, in grado di limitare al massimo gli errori, quest'ultimi inevitabili in uno sport sempre più veloce ed imprevedibile dove la passione calcistica rende sempre più difficile la direzione di una gara.

Il ruolo dell'arbitro è molto difficile: deve dirigere l'aspetto tecnico e disciplinare della gara. Punire equamente chi contravviene sia tecnicamente, contendendo calci di punizioni o falli di rigore, sia disciplinatamente, con il cartellino giallo o rosso.
L'arbitro deve anche preoccuparsi di cronometrare il tempo di gara e, concluso l'incontro, compilare il referto di gara. Oltre a questo, in tutte le gare è soggetto alla valutazione di un esperto, il quale visoni la direzione del gioco dalla tribuna.

In aggiunta ci deve essere una preparazione atletica all'altezza della categoria che si dirige.

Per diventare arbitri non serve solo un'alta preparazione tecnica e fisica, ma anche una grande personalità.

E' indubbio che nella mentalità dell'arbitro deve farsi largo il buon senso, regola non scritta, ma bensì una dote che va al di là di ogni manuale e che solo un grande direttore di gara riesce a mettere in pratica.



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