Calcio indebitato - La crisi delle società italiane
Italia estate 2011, dovrebbe essere il periodo di trattative, quando le società mettono a segno i vari colpi per rinforzarsi per la prossima stagione. Il calcio professionistico italiano è lontano dal periodo del calcio affari degli anni Ottanta, quando tutti i big erano alla corte della Serie A.
A poche settimane dall'inizio della stagione 2010/11, le società di calcio italiane più fortunate stanno a guardare, mentre una nutrita schiera alza bandiera bianca e si ritira dal gioco, chi autoescludendosi, chi è travolto dall'ultimo scandalo di scommessopoli e chi è in grave crisi economica e non può permettersi di iscriversi al prossimo campionato.
Bisogna precisare che le società italiane più in crisi sono quelle della Legapro. Ma l'ombra della recessione continua ad allargarsi e presto raggiungerà anche le serie maggiori.
Facendo un quadro generale, delle società di calcio professionistiche italiane, agli inizi del mese di luglio. La situazione odierna è la seguente:
- Campionato di Serie A, 20 squadre iscritte al torneo. Con l'Atalanta ferma ai box per avere maggiori notizie sulla vicenda di scommessopoli scoppiata alla fine del campionato 2010/11.
- Campionato di Serie B, 21 Club iscritti e l'Ascoli iscritto con riserva.
- Legapro1, su 36 squadre, 7 sono iscritte con riserva (Atletico Roma, Como, Foggia, Gela, Lucchese, Ravenna, Salernitana), alcune si sono iscritte regolarmente per non essere escluse dalla categoria, ma attendono nuovi investitori che subentrino a quelli vecchi (Pergocrema).
- La situazione peggiore la stà vivendo la Legapro2 che su 54 squadre, 9 si sono iscritte con riserva (Brindisi, Catanzaro, Cavese, Cosenza, Ebolitana, Fano, Matera, Montichiari e Sanremese) e 4 società si sono autoescluse non iscrivendosi al prossimo campionato 2011/12 (Canavese, Crociati Noceto, Rodengo Saiano e Sangiovannese). Ma la possibilità che qualche altro club si aggiunga alla lista delle società impossibilitate a partecipare al prossimo campionato è molto alta.
Dal quadro generale delle società professionistiche italiane emerge un calcio indebitato e fortemente indebolito, non solo dal periodo di recessione che attanaglia l'Italia e il resto del mondo, ma anche dagli ingaggi e dai costi di gestione divenuti insostenibili.
Questo indebolimento avrà ripercussioni anche sul calcio dilettantistico, per questo motivo la Federcalcio deve sbrigarsi per trovare nuove soluzioni. Da voci di corridoio, l'ipotesi più probabile è una riduzione delle squadre partecipanti.
Il calcio professionistico italiano è obbligato a cambiare, se confrontato con i più importanti campionati europei è evidente che il divario strutturale è sproporzionato.
In Italia ci sono 132 società professionistiche, nessuno come noi.
In Inghilterra esistono 92 società professionistiche, distribuite in quattro categorie, ognuna con un solo girone. In Germania sono 56 le società di calcio professionistiche. In Spagna sono 42, mentre in Francia sono solo 40.
A poche settimane dall'inizio della stagione 2010/11, le società di calcio italiane più fortunate stanno a guardare, mentre una nutrita schiera alza bandiera bianca e si ritira dal gioco, chi autoescludendosi, chi è travolto dall'ultimo scandalo di scommessopoli e chi è in grave crisi economica e non può permettersi di iscriversi al prossimo campionato.
Bisogna precisare che le società italiane più in crisi sono quelle della Legapro. Ma l'ombra della recessione continua ad allargarsi e presto raggiungerà anche le serie maggiori.
Facendo un quadro generale, delle società di calcio professionistiche italiane, agli inizi del mese di luglio. La situazione odierna è la seguente:
- Campionato di Serie A, 20 squadre iscritte al torneo. Con l'Atalanta ferma ai box per avere maggiori notizie sulla vicenda di scommessopoli scoppiata alla fine del campionato 2010/11.
- Campionato di Serie B, 21 Club iscritti e l'Ascoli iscritto con riserva.
- Legapro1, su 36 squadre, 7 sono iscritte con riserva (Atletico Roma, Como, Foggia, Gela, Lucchese, Ravenna, Salernitana), alcune si sono iscritte regolarmente per non essere escluse dalla categoria, ma attendono nuovi investitori che subentrino a quelli vecchi (Pergocrema).
- La situazione peggiore la stà vivendo la Legapro2 che su 54 squadre, 9 si sono iscritte con riserva (Brindisi, Catanzaro, Cavese, Cosenza, Ebolitana, Fano, Matera, Montichiari e Sanremese) e 4 società si sono autoescluse non iscrivendosi al prossimo campionato 2011/12 (Canavese, Crociati Noceto, Rodengo Saiano e Sangiovannese). Ma la possibilità che qualche altro club si aggiunga alla lista delle società impossibilitate a partecipare al prossimo campionato è molto alta.
Dal quadro generale delle società professionistiche italiane emerge un calcio indebitato e fortemente indebolito, non solo dal periodo di recessione che attanaglia l'Italia e il resto del mondo, ma anche dagli ingaggi e dai costi di gestione divenuti insostenibili.
Questo indebolimento avrà ripercussioni anche sul calcio dilettantistico, per questo motivo la Federcalcio deve sbrigarsi per trovare nuove soluzioni. Da voci di corridoio, l'ipotesi più probabile è una riduzione delle squadre partecipanti.
Il calcio professionistico italiano è obbligato a cambiare, se confrontato con i più importanti campionati europei è evidente che il divario strutturale è sproporzionato.
In Italia ci sono 132 società professionistiche, nessuno come noi.
In Inghilterra esistono 92 società professionistiche, distribuite in quattro categorie, ognuna con un solo girone. In Germania sono 56 le società di calcio professionistiche. In Spagna sono 42, mentre in Francia sono solo 40.
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