La Maledizione Royal Sporting Club Anderlecht
Fondato nel lontano 27 maggio 1908 il Royal Sporting
Club Anderlecht, un quartiere di Bruxelles a metà tra l'industriale
e il residenziale, è la società più titolata
e squadra simbolo del Belgio, un club illustre che ha scritto
una grande pagina del libro del calcio.
La mappa del calcio europeo e mondiale ha subito profonde trasformazioni nell'ultimo ventennio. Infatti, i tifosi più giovani, sono totalmente all'oscuro tra la grande rivalità che esisteva tra le squadre italiane e l'RSCA.
Per anni, contro quegli irriducibili guerrieri con la casacca color malva, noi italiani non abbiamo mai avuto troppa fortuna. Una vera e propria maledizione ciclica che, a intervalli regolari si è sistematicamente abbattuta per circa 20 anni su tutte le formazioni italiane. La maledizione RSCA, meglio conosciuta come Anderlecht.
La prima vittima del club numero uno di Bruxelles e del Belgio fu il Bologna di Fulvio Bernardini, quello che schierava Bulgarelli, Nielsen, Haller e Pascutti giocava come si poteva fare "solo in paradiso".
Siamo al primo turno della coppa dei campioni 1964/65 e, dopo una vittoria per parte, è in programma lo spareggio a Barcellona, città a quei tempi molto lontana dal grande calcio giocato.
I rossoblu dominano e mettono alle corde l'avversario, ma l'Anderlecht del leggendario Paul Van Himst, il Rivera del Belgio, riesce a resistere anche nei supplementari. La monetina si infila perfino di taglio nel terreno di gioco dopo il primo lancio dell'arbitro, bisogna tirarla nuovamente e il responso è maledettamente chiaro: Anderlecht.
Dopo il Bologna, l'Inter di Herrera
Nella stagione 1969/70 l'anderlecht si sbarazza nella semifinale di coppa Uefa dei milanesi. I belgi trovano la gloriosa Inter di Heriberto Herrera, una squadra che poteva ancora vantare su alcuni eroi dell'epopea Morattiana: Burgnich, Facchetti, Suarez, Mazzola, Corso, con in più Boninsegna al centro dell'attacco nerazzurro. Ma la maledizione RSCA si abbatte anche sull'Inter. Il doppio scontro con Van Himst e compagni si rivela drammatico, con un 2-1 complessivo per la squadra belga.
Giunge l'ora del Napoli
Sette anni più tardi tocca al Napoli di Totonno Juliano e Beppe Savoldi, sempre in semifinale, ma questa volta nella coppa delle coppe. Gli azzurri vincono 1-0 al San Paolo di Napoli, ma in Belgio si scatenano i fuoriclasse olandesi Haan e Rensenbrinck e due gol di Thissen e Van der Elst chiudono irrimediabilmente il conto lanciando l'Anderlecht verso la finale che però andrà all'Amburgo.
E' il turno del Trap
Siamo nella stagione 1981/82 e, al secondo turno della coppa campioni, i belgi di Tomislav Ivic incontrano la Juventus di Trapattoni. L'andata termina 3-1 a Bruxelles per i padroni di casa, il giustiziere di turno è Geurts che realizza una tripletta. Nel ritorno i bianconeri sciupano troppe occasioni e non vanno oltre l'1-1.
Dopo questi 4 casi si capisce perchè abbiamo parlato di maledizione Royal Sporting Club Anderlecht. Quattro sfide dove le migliori squadre italiane del momento infrangevano i loro sogni di gloria contro la formazione belga.
Per la cronaca bisogna precisare che nel 1971/72, il Bologna di Edmondo Fabbri riesce a salvare l'onore italico e a prendersi una bella rivincita sui rivali di sette anni prima al turno d'esordio di coppa Uefa.
La mappa del calcio europeo e mondiale ha subito profonde trasformazioni nell'ultimo ventennio. Infatti, i tifosi più giovani, sono totalmente all'oscuro tra la grande rivalità che esisteva tra le squadre italiane e l'RSCA.
Per anni, contro quegli irriducibili guerrieri con la casacca color malva, noi italiani non abbiamo mai avuto troppa fortuna. Una vera e propria maledizione ciclica che, a intervalli regolari si è sistematicamente abbattuta per circa 20 anni su tutte le formazioni italiane. La maledizione RSCA, meglio conosciuta come Anderlecht.
La prima vittima del club numero uno di Bruxelles e del Belgio fu il Bologna di Fulvio Bernardini, quello che schierava Bulgarelli, Nielsen, Haller e Pascutti giocava come si poteva fare "solo in paradiso".
Siamo al primo turno della coppa dei campioni 1964/65 e, dopo una vittoria per parte, è in programma lo spareggio a Barcellona, città a quei tempi molto lontana dal grande calcio giocato.
I rossoblu dominano e mettono alle corde l'avversario, ma l'Anderlecht del leggendario Paul Van Himst, il Rivera del Belgio, riesce a resistere anche nei supplementari. La monetina si infila perfino di taglio nel terreno di gioco dopo il primo lancio dell'arbitro, bisogna tirarla nuovamente e il responso è maledettamente chiaro: Anderlecht.
Dopo il Bologna, l'Inter di Herrera
Nella stagione 1969/70 l'anderlecht si sbarazza nella semifinale di coppa Uefa dei milanesi. I belgi trovano la gloriosa Inter di Heriberto Herrera, una squadra che poteva ancora vantare su alcuni eroi dell'epopea Morattiana: Burgnich, Facchetti, Suarez, Mazzola, Corso, con in più Boninsegna al centro dell'attacco nerazzurro. Ma la maledizione RSCA si abbatte anche sull'Inter. Il doppio scontro con Van Himst e compagni si rivela drammatico, con un 2-1 complessivo per la squadra belga.
Giunge l'ora del Napoli
Sette anni più tardi tocca al Napoli di Totonno Juliano e Beppe Savoldi, sempre in semifinale, ma questa volta nella coppa delle coppe. Gli azzurri vincono 1-0 al San Paolo di Napoli, ma in Belgio si scatenano i fuoriclasse olandesi Haan e Rensenbrinck e due gol di Thissen e Van der Elst chiudono irrimediabilmente il conto lanciando l'Anderlecht verso la finale che però andrà all'Amburgo.
E' il turno del Trap
Siamo nella stagione 1981/82 e, al secondo turno della coppa campioni, i belgi di Tomislav Ivic incontrano la Juventus di Trapattoni. L'andata termina 3-1 a Bruxelles per i padroni di casa, il giustiziere di turno è Geurts che realizza una tripletta. Nel ritorno i bianconeri sciupano troppe occasioni e non vanno oltre l'1-1.
Dopo questi 4 casi si capisce perchè abbiamo parlato di maledizione Royal Sporting Club Anderlecht. Quattro sfide dove le migliori squadre italiane del momento infrangevano i loro sogni di gloria contro la formazione belga.
Per la cronaca bisogna precisare che nel 1971/72, il Bologna di Edmondo Fabbri riesce a salvare l'onore italico e a prendersi una bella rivincita sui rivali di sette anni prima al turno d'esordio di coppa Uefa.
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