Come controbattere la tattica del fuorigioco
La tattica del fuorigioco è diventata un'arma difensiva ed anche offensiva di grande importanza strategica nel gioco del calcio. Valutiamo i pro e i contro di questo schema, cercando di capire quando conviene attuarla e i vari modi che esistono per controbatterla.
Generalmente è il libero che comanda il fuorigioco, essendo l'ultimo uomo della difesa ha la visione totale dell'azione in svolgimento. Un grande maestro è stato il grande Franco Baresi.
Normalmente si applica il fuorigioco a seguito di una respinta della difesa che era stata pressata in area di rigore in conseguenza di un'azione avversaria, di un calcio d'angolo o di una punizione.
Quando la palla viene rimandata fuori dall'area, la cosa più importante è che almeno due giocatori normalmente centrocampisti e gli attaccanti, si avventino sull'avversario che è entrato in possesso di palla cercando di non farsi dribblare. Uno dei pericoli maggiori quando si attua il tranello del fuorigioco è che qualche difensore, invece di scattare in avanti continui a marcare il proprio uomo mantenendo in gioco tutti gli avversari ormai liberi da ogni marcatura.
Il portiere in questa tattica svolge un ruolo determinante. Quando la squadra scatta in avanti, l'estremo difensore deve uscire dai pali e diventare il libero della squadra ed in casi estremi deve commettere anche un fallo di mano o bloccare un'avversario fuori dall'area.
Qualora i giocatori che sono andati in pressing sull'avversario che è entrato in possesso di palla riuscissero a toglierla, essendo la squadra avversaria tutta sbilanciata in avanti, c'è la possibilità di sviluppare un'efficace contropiede, grazie alla superiorità numerica a centrocampo.
Come si annulla l'efficienza di questa tattica? Innanzitutto di far rientrare immediatamente gli attaccanti. Osserviamo tre schemi, rappresentati anche a lato, per spiegare lo svolgimento dell'azione.
Schema 1 i terzini di fascia: sulla respinta degli avversari la palla giunge al n°5 che per permettere ai n° 9, 10 e 8 di rientrare dal fuorigioco ed essendo pressato da degli avversari gioca la sfera all'indietro al n°6.
Nel frattempo i due terzini scattano in avanti sulle fasce per ricevere il passaggio del n°6 che con un traversone scavalcherà la barriera di giocatori che gli paravano incontro.
Schema 2 la sponda: la palla respinta finisce al n°4 che riesce a controllarla, nel frattempo il n°5 rientra a metà campo e gli si affianca per fare da muro al compagno di squadra che gli passa la palla e scatta in avanti a chiedere il passaggio di ritorno di prima intenzione.
Con questa giocata il n°4 se non verrà bloccato quando, senza il possesso di palla passa fra gli avversari, si troverà oltre la linea dei difensori dell'altra squadra che stanno correndo in senso opposto.
Schema 3 scavalcare la difesa: questa è una giocata da veri maestri, generalmente sono i fantasisti o i giocatori in possesso di colpi da grandi campioni in grado di compiere questo numero.
Nello schema a lato il n°10 entra in possesso di palla e quando gli avversari scattano verso di lui, effettua un pallonetto a scavalcare in avanti per se stesso.
Generalmente è il libero che comanda il fuorigioco, essendo l'ultimo uomo della difesa ha la visione totale dell'azione in svolgimento. Un grande maestro è stato il grande Franco Baresi.
Normalmente si applica il fuorigioco a seguito di una respinta della difesa che era stata pressata in area di rigore in conseguenza di un'azione avversaria, di un calcio d'angolo o di una punizione.
Quando la palla viene rimandata fuori dall'area, la cosa più importante è che almeno due giocatori normalmente centrocampisti e gli attaccanti, si avventino sull'avversario che è entrato in possesso di palla cercando di non farsi dribblare. Uno dei pericoli maggiori quando si attua il tranello del fuorigioco è che qualche difensore, invece di scattare in avanti continui a marcare il proprio uomo mantenendo in gioco tutti gli avversari ormai liberi da ogni marcatura.
Il portiere in questa tattica svolge un ruolo determinante. Quando la squadra scatta in avanti, l'estremo difensore deve uscire dai pali e diventare il libero della squadra ed in casi estremi deve commettere anche un fallo di mano o bloccare un'avversario fuori dall'area.
Qualora i giocatori che sono andati in pressing sull'avversario che è entrato in possesso di palla riuscissero a toglierla, essendo la squadra avversaria tutta sbilanciata in avanti, c'è la possibilità di sviluppare un'efficace contropiede, grazie alla superiorità numerica a centrocampo.
Come si annulla l'efficienza di questa tattica? Innanzitutto di far rientrare immediatamente gli attaccanti. Osserviamo tre schemi, rappresentati anche a lato, per spiegare lo svolgimento dell'azione.

Nel frattempo i due terzini scattano in avanti sulle fasce per ricevere il passaggio del n°6 che con un traversone scavalcherà la barriera di giocatori che gli paravano incontro.

Con questa giocata il n°4 se non verrà bloccato quando, senza il possesso di palla passa fra gli avversari, si troverà oltre la linea dei difensori dell'altra squadra che stanno correndo in senso opposto.

Nello schema a lato il n°10 entra in possesso di palla e quando gli avversari scattano verso di lui, effettua un pallonetto a scavalcare in avanti per se stesso.
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